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giovedì 25 marzo 2010

Herzog & de Meuron

Lo studio Herzog & de Meuron Arkitekten è stato fondato nel 1978 a Basilea ed è composto oggi da Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Harry Gugger e Christine Binswanger.
I soci fondatori nascono ambedue a Basilea nel 1950 e si conoscono all'università dell'ETH di Zurigo dove frequentano i corsi di Lucius Burckhardt, Dolf Schnebli e Aldo Rossi.
I primi anni di formazione universitaria seguono un indirizzo prevalentemente sociologico e filosofico, retaggio ideologico del ‘68, per passare negli ultimi anni, sotto la guida di Rossi, ad un autonomia disciplinare marcata e attenta alle immagini della memoria architettonica.
Nel 1975 si laureano con una tesi urbanistica sulla città di Basilea unendo indissolubilmente la loro carriera professionale.
Nel 1977 diventano assistenti di Schnebli, nel 1983 Herzog è visiting tutor alla Cornell University (Ithaca, N.Y., U.S.A); nel 1989, 1994, 1996-98 sono visiting professor alla Harvard University (Cambridge, Massachusetts, U.S.A), dal 2000 insegnano all'ETH di Zurigo.
Harry Gugger nasce a Grezenbach (Soletta, Svizzera) nel 1956; dopo un apprendistato come utensilista studia alla Columbia University (N.Y., U.S.A) frequentando i corsi di Flora Ruchat e Tadao Ando e si laurea nel 1990 all'ETH di Zurigo. Lo stesso anno entra nello studio di Basilea e diventa assistente di Jacques Herzog alla Summer School di Karlsruhe (Germania). Nel 1991 si associa all’Herzog & de Meuron Arkitekten. Nel 1994 è visiting professor alla Hochschule für Architektur und Bauwesen (Weimar, Germania).
Christine Binswanger nasce a Kreuzlingen (Turgovia, Svizzera) nel 1964, studia all'ETH di Zurigo dove frequenta i corsi di Flora Ruchat e Hans Kollhoff e si laurea nel 1990. Nel 1991 collabora con Herzog & de Meuron al quali si associa nel 1994. Il Pritzker Architecture Prize 2001 conferito a Jacques Herzog e Pierre de Meuron
A Los Angeles, in California, il 2 aprile è stato annunciato: "Due architetti sono stati scelti a condividersi il Pritzker Architecture Prize del 2001, Jacques Herzog e Pierre de Meuron, di Basilea, Svizzera...".
Solo nel lontano 1988, per celebrare il decimo anniversario, il Premio Pritzker, era stato conferito a due architetti: lo statunitense Gordon Bunshaft e il brasiliano Oscar Niemeyer. Ma la motivazione per il binomio di quest’anno è ben diversa e notevolmente più interessante: Jacques Herzog e Pierre de Meuron lavorano con una complementarietà che non permette distinzione. Ognuno dei loro venti capolavori esprime un prezioso affiatamento che viene colto ed esaltato dalla scelta di premiarli insieme. "L'architettura di Jacques Herzog e Pierre de Meuron - si legge nella motivazione del premio - combina la qualità artistica di un'antica professione con l'approccio fresco delle capacità tecniche del nuovo secolo". Jacques Herzog e Pierre de Meuron sono i primi partner in attività, ed i primi architetti svizzeri a ricevere il premio. Saranno premiati con una concessione di $ 100,000 ed entrambi riceveranno un medaglione di bronzo. La cerimonia di presentazione del premio che si celebra, di anno in anno, nei luoghi più diversi del mondo, rendendo omaggio all’architettura storica e contemporanea, sarà ospitata, stavolta, nella casa Monticello di Thomas Jefferson a Charlottesville, in Virginia. Jefferson, anche se meglio noto come l'autore della Dichiarazione d’Indipendenza, era anche un abile architetto, progettando Monticello, che fu la sua casa. L'anno scorso la cerimonia si svolse a Gerusalemme, nel Parco Archeologico che circonda il Dome of the Rock.

I due architetti, nati entrambi a Basilea nel 1950, sono amici fin dall’età di sette anni, hanno frequentato le stesse scuole, hanno costituito uno studio di architettura, Herzog & de Meuron, nel 1978.
Tra i loro lavori figurano gli alloggi per gli studenti Antipodes I dell'Università di Borgogna a Digione (Francia, 1991-92), la Fabbrica e il deposito Ricola Europe a Mulhouse (1993) e una galleria per una collezione privata d'Arte contemporanea a Monaco (1991-92).
Fra le loro ultime realizzazioni si annoverano alcune grandi strutture sportive quali lo Stadio San Giacomo (St. Jakob-Park) di Basilea (2001-2002).
Forse il loro progetto dal più alto profilo è il completamento, nel duemila, della conversione della Bankside Power Station sulla riva sud del Tamigi, a Londra, in una nuova Galleria di Arte Moderna per il Tate Museum. Un successo di critica e di pubblico a partire dal giorno dell’inaugurazione: il numero annuale di visitatori previsti è passato da due a tre milioni. La vittoria del concorso per la Tate Modern, nel 1994, ha fatto scalpore in tutto il mondo: il primo studio di architettura non britannico che abbia vinto un importante incarico pubblico in Inghilterra.
Hanno realizzato progetti in Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Spagna, Giappone e, naturalmente, nella loro Svizzera nativa: dal museo della collezione Goet a Monaco di Baviera, all’atelier di Rémy Zaugg, dal piccolo museo di fumetti a Basilea, ai progetti per la casa di moda Prada ad Arezzo, Tokyo e New York.
Negli Stati Uniti hanno progettando il museo De Young a San Francisco ed un'estensione al Walker Art Center in Minneapolis ultimati nel 2005.
Sono ancora in corso di realizzazione la sede della Filarmonica di Amburgo (da completare entro il 2009) e la torre di vetro dello Schatzalp di Davos (da completare entro il 2010).
Tra le loro grandi opere internazionali, il nuovo stadio di Monaco di Baviera Allianz Arena, il Prada Epicentre Store di Tokyo e la Tate Gallery di Londra.
Gli architetti svizzeri stanno inoltre realizzando il nuovo stadio olimpico di Pechino in vista delle Olimpiadi del 2008 e costruiranno la nuova torre di Basilea per la multinazionale farmaceutica Roche nuovo MAM di Miami (Florida), la cui inaugurazione è prevista per il 2010.
Il 21 febbraio 2007, Herzog e De Meuron, hanno ricevuto a Londra la Royal Gold Medal 2007, quale riconoscimento per il contributo dato dai due progettisti alle città ed all'architettura di tutto il mondo, dai loro primi lavori condotti in Svizzera, a quelli eseguiti a Londra come la Tate Modern, fin alle più recenti opere di Barcellona e Tokyo.
Il lavoro di Herzog e de Meuron, che hanno oggi cinque partners, 200 collaboratori e filiali a Londra, Monaco, Barcellona, San Francisco e Pechino, si distingue per la ricerca basata sulla materialità e la costruzione tettonica.
Herzog e de Meuron sono visiting professor all’Harvard University Graduate School of Design fin dal 1994 e sono professori agli ETH Studios in Basilea.


TRATTO DA http://www.archimagazine.com/bhed.htm

Richard Burdett


Richard Burdett (Londra, 1956), cresciuto e formatosi a Roma, è architetto e urbanista a Londra. È professore di Architettura e Urbanistica alla London School of Economics (LSE) e consulente per l’architettura del Sindaco di Londra.

La sua competenza si svolge nella comprensione delle relazioni tra architettura, design urbano e società urbana, operativa nell’interfaccia tra pratica urbana, politica e ricerca. Burdett ha rappresentato un ruolo chiave nelle istituzioni che hanno formato una cultura dell’architettura in Gran Bretagna - la 9H Gallery, l’Architecture Foundation, LSE Cities Programme, l’Unità di Architettura e Urbanistica del Sindaco e l’Urban Task Force del Governo Britannico - ed è consulente di organizzazioni pubbliche e private tra cui la Tate Gallery, la BBC, NM Rothschilds.

È stato membro di giurie di molti concorsi internazionali di design tra cui il Museo d’Arte Moderna di Roma, la Tate Modern a Londra, Forum 2004 a Barcellona e un nuovo quartiere residenziale a Pechino.

Dirige una serie di incontri annuali con i Sindaci Europei ed è il responsabile di “Urban Age”, un ciclo di conferenze internazionali sulle città, svolte nelle città globali come New York, Shanghai, Londra, Berlino, Mexico City e Johannesburg. Burdett ha curato oltre 40 mostre sull’architettura contemporanea e le città, è un collaboratore continuativo della stampa e dei media e ha presentato un documentario per la BBC su Villa Malaparte.

Stefano Boeri



Stefano Boeri, nato a Milano nel 1956, è architetto e urbanista.
E` docente di Progettazione Urbanistica presso il Politecnico di Milano e visiting professor al GSD di Harvard.
Da Settembre 2007 dirige la rivista internazionale Abitare. Dal 2004 all’Aprile 2007 e` stato direttore della rivista internazionale Domus.
E` fondatore dell’agenzia di ricerca multiplicity (www.multiplicity.it) con la quale ha realizzato, nel 2002, “U.S.E. Uncertain states of Europe”, una ricerca sul futuro dell’Europa.
Nei suoi studi sulla condizione urbana contemporanea, ha in particolare osservato e cercato di descrivere in forma tassonomica le dinamiche di mutamento “in tempo reale” dei fatti urbani. Redigendo degli “atlanti eclettici” della trasformazione urbana, relativi sia alla regione urbana milanese (multiplicity.lab, Milano: Cronache Dell’abitare, Bruno Mondadori, Milano 2007, che ad altre aree del territorio europeo (S.Boeri, R.Koolhaas, S.Kwinter, Mutations, Actar, Barcelona, 2000).
Tra i progetti di rilievo svolti con Boeri Studio: la riqualificazione dell’area di La Maddalena in Sardegna sede del G8 2009, la nuova sede del Policlinico di Milano, la nuova sede di Siemens, a Milano, le torri di edilizia residenziale sostenibile del quartiere Isola, La Villa a Marsiglia.
Le sue riflessioni sulla sostenibilità come diverse forme di riconciliazione tra cultura urbana e natura, tradotta con l’installazione Sostenibili Distopie, sono
state presentate alla 11 edizione della Biennale di Architettura di Venezia.

http://www.stefanoboeri.net/
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Expo 2015/ L'architetto Stefano Boeri ad Affari:
"Ecco come dovrà cambiare Milano"

Testata:
Affari Italiani Data:02-04-2008
Autore:Daniele Riosa
Come può Milano sfruttare al meglio le risorse che arriveranno con la vittoria dell'Expo dal punto di vista urbanistico?
"Si tratterà di fare una grande operazione di ridisegno del sistema della mobilità e dei trasporti pubblici urbani integrato con un grande progetto per la salvaguardia del verde e dell'ambiente. Ho delle idee precise su cosa dovrebbe fare Milano"
Per esempio?
"Bisogna realizzare un grande parco attorno alla città e portare le linee della metropolitana fino alle tangenziali dove costruire dei parcheggi di interscambio, ed estendere l'Ecopass fino alle tangenziali. Oltre al necessario sviluppo del polo Fiera si deve pensare a progetti diffusi sul territorio".
Quali?
"E' necessario fare una politica sulla formazione investendo sulle scuole rinnovandole e aprendole anche il pomeriggio in modo che diventino dei luoghi d'incontro, di ricerca e di integrazione culturale. Poi bisogna fare una serie di iniziative nel campo culturale intervenendo sulle grandi risorse che Milano ha e non sfrutta: la Pinacoteca di Brera su tutte. Per intenderci è tutta la città che deve crescere e non solo il polo espositivo. Milano, da città cosmopolita, non può che crescere nel suo complesso".
E nelle periferie cosa bisognerebbe fare?
"Innanzitutto realizzare un programma per portare nelle periferie la qualità massima di servizi e di architetture cominciando dal rinnovamento delle scuole e delle biblioteche pubbliche"
Che cosa fare per impedire che le risorse dell'Expo vadano a finire in poche mani?
"Bisogna fare tutto per via concorsuale e creare una commissione che si occupi della trasparenza. Inoltre è necessario stipulare un patto per la città in modo tale che sia trasparente e chiaro quali sono i grandi progetti per Milano da qui al 2015".
Quali soggetti dovrebbero siglare questo patto?
"I grandi soggetti del mondo della finanza, le associazioni dei cittadini, i rappresentanti delle categorie del lavoro e i rappresentanti della società civile".


TRATTO DA http://www.awn.it/AWN/Engine/RAServePG.php/P/76811AWN1000/M/40501AWN1006


GLI ARCHITETTI DI MILANO EXPO 2015

Scrivono gli architetti Stefano Boeri, Richard Burdett, Jacques Herzog, Joan Busquets e William McDonough che hanno presentato il MasterPlan:

L’Expo che abbiamo immaginato, sarà un grande Parco Botanico Planetario aperto ai cittadini di Milano e del Mondo. Il luogo inedito di un nuovo incontro tra agricoltura e città che nutrirà Milano sia nel senso letterale, che in quello spirituale e intellettuale. Un grande Parco agroalimentare strutturato su una griglia di tracciati ortogonali, circondato da canali d’acqua e punteggiato da grandi architetture paesaggistiche.

COMUNE DI MILANO IL PROGETTO MILANO EXPO 2015


EXPO 2015 Un grande evento sui temi dello sviluppo sostenibile
Data inizio progetto : 1 aprile 2008
Data prevista fine lavori : 30 aprile 2015


Competenza (aspetti urbanistici): Assessorato Sviluppo del Territorio / Settore Progetti Strategici


In data 16 ottobre 2008 l’Amministrazione comunale di Milano ha promosso un Accordo di Programma (A.d.P.) con la Regione Lombardia, la Provincia di Milano, il Comune di Rho e la Società Poste Italiane S.p.A., per poter procedere alla realizzazione del Sito dell’Esposizione Universale del 2015 su un’area, localizzata nella zona nord-ovest della Città, dell’estensione di circa 1.100.000 mq.
L’area, destinata all’uso agricolo, è una zona in gran parte sottoutilizzata che vede la presenza di alcuni impianti logistici e/o tecnologici di proprietà di: Fondazione E.A. Fiera Internazionale di Milano (circa 520.000 mq.), della Società Belgioiosa S.r.l. (circa 260.000 mq.), di Poste Italiane S.p.A. (circa 80.000 mq.), del Comune di Rho (circa 120.000 mq.), nonché del Comune di Milano (circa 51.000 mq.).


La scelta dell’area – collocata in prossimità del nuovo Polo fieristico di Rho-Pero – è motivata, oltre che da questa importante presenza, anche dalle dimensioni adeguate allo svolgimento della manifestazione, nonché dalla particolare dotazione di infrastrutture di collegamento, necessarie per questo tipo di evento. In particolare:


• la linea metropolitana M1 che collega l’area alla città;
• la stazione ferroviaria dell’Alta Velocità che, in corrispondenza con il futuro accesso ovest del Sito EXPO, permette l’interscambio con le due linee ferroviarie regionali e la rete metropolitana di Milano;
• i tracciati autostradali della A4 Torino-Venezia, dell’Autostrada dei Laghi A8/A9/A26 e della Tangenziale Ovest che consente il raccordo con l’A1 Milano-Napoli;
• gli aeroporti di Malpensa, Linate ed Orio al Serio che, rispetto all’area, sono ubicati in posizione equidistante.


Per consentire lo svolgimento della manifestazione, alcuni manufatti presenti sull’area verranno demoliti, mentre altri saranno ricollocati all’interno del Sito o su aree esterne. In particolare, saranno oggetto d’intervento: un parcheggio, una sottostazione elettrica, le linee elettriche dell’alta tensione, alcuni corsi d’acqua minori ed – eventualmente – il Centro di Meccanizzazione Postale di Milano Roserio.


Inoltre, la programmazione delle opere e degli interventi funzionali allo svolgimento dell’Esposizione Universale dovrà risultare coerente e coordinata sia con le più generali strategie del nuovo Piano di Governo del Territorio (P.G.T.), in fase di approvazione, sia con il sistema infrastrutturale di accessibilità del settore urbano, nonché con il sistema delle relazioni paesaggistiche e ambientali del territorio circostante. La realizzazione di EXPO 2015, pertanto, richiederà l’attuazione di:


• opere ed interventi di elevato valore urbanistico, architettonico e paesaggistico;
• razionalizzazione, miglioramento ed implementazione del sistema infrastrutturale esistente;
• attrezzature e spazi pubblici a servizio dell’evento ma anche del successivo processo di riqualificazione dell’area;
• interventi di miglioramento ambientale del sistema del verde e dei grandi parchi della Città.


Altro tema di particolare importanza è la futura destinazione dell’area. Infatti, uno degli obiettivi del B.I.E. (Bureau International dex Expositions) è rendere le Esposizioni Universali un’occasione per restituire alle città ospitanti, ambiti di particolare qualità urbana.


Per quanto attiene alla disponibilità delle aree, l’Amministrazione comunale ha già avviato trattative – nel corso del 2007 – con Fondazione E. A. Fiera Internazionale di Milano e la Società Belgioiosa S.r.l., entrambe proprietarie di significative porzioni di suolo, al fine di acquisire la disponibilità – in diritto di superficie – delle stesse e degli immobili esistenti (cfr. Delibera n. 59 del Consiglio Comunale del 19 ottobre 2007).


Ora, con l’attuazione della trasformazione urbanistica prevista dall’A.d.P., si prevede il raggiungimento dei seguenti obiettivi generali:


• attribuire all’area la disciplina urbanistica idonea alla realizzazione di EXPO 2015 e della successiva riqualificazione dell’area, in linea con i processi di sviluppo e trasformazione della Città;
• dotare l’area di una grande superficie a verde nonché di attrezzature pubbliche;
• migliorare e razionalizzare il sistema infrastrutturale, gravitante sull’area, attraverso la sua complessiva riorganizzazione.


Fasi del progetto
Fase 1 – Marzo 2008 - Assegnazione dell’evento EXPO 2015 alla Città di Milano
Fase 2 – Dicembre 2008 - Costituzione della Società EXPO 2015 S.p.A.
Fase 3 – Maggio 2009 - Avvio dei lavori della Consulta Architettonica
Fase 4 – Settembre 2009 - Presentazione pubblica del nuovo conceptual masterplan
Fase 5 – Ottobre 2009 - Costituzione dell’Ufficio di Piano per lo sviluppo del masterplan
Fase 6 – Maggio 2010 - Registrazione, presso il B.I.E., del masterplan definitivo

MILANO EXPO 2015

L'Esposizione universale 2015 sarà organizzata dalla città di Milano. Il tema proposto per la Expo è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, e vuole includere tutto ciò che riguarda l'alimentazione, dal problema della mancanza di cibo per alcune zone del mondo, a quello dell'educazione alimentare, fino alle tematiche legate agli OGM.

Milano è stata già sede dell'Esposizione Internazionale nel 1906 con il tema dei Trasporti.

Si calcola che:

L'evento porterà a oltre 20 miliardi di euro d'investimento in infrastrutture. Di questi 4,2 miliardi di euro saranno diretti, i rimanenti 14 indiretti;
Nel periodo 2010-2015 verranno creati 70.000 posti di lavoro;
Nei 6 mesi dell'Expo arriveranno 29 milioni di turisti, per una media giornaliera di 160.000 visitatori al giorno;
Ci saranno circa 175 paesi espositori;
Nell'arco dei 6 mesi dell'Expo verranno organizzati 7.000 eventi per la cui realizzazione saranno richiesti 892 milioni di euro;
Il fatturato del mondo imprenditoriale milanese aumenterà di 44 miliardi di euro, pari ad un incremento del 10%;
Verranno creati 11 km² di spazio verde.



Tema
Il tema scelto per la Esposizione Universale di Milano 2015 è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Questa scelta vuole trattare delle tecnologie, dell'innovazione, della cultura, delle tradizioni e della creatività legati al settore dell'alimentazione e del cibo. Riprendendo tematiche già sviluppate in precedenti edizioni della manifestazione (come ad esempio il tema dell'acqua dell'Expo 2008 di Saragozza) le si vuole riproporre alla luce dei nuovi scenari globali e dei nuovi problemi, focalizzandosi sull'asse principale del diritto ad una alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti gli abitanti della Terra. La preoccupazione per la qualità del cibo nella prospettiva di molti futurologi si accompagna con scenari di un aumento di rischi per la quantità globale dei cibi disponibili. Queste preoccupazioni già avanzate da studi del MIT per il Club di Roma erano state trascurate in epoche in cui sembrava che l'aumento delle risorse disponibili fossero maggiori dell'incremento dei consumi. E' bastato il rapido riassorbimento dei surplus agricoli per far nascere di nuovo il problema di come Nutrire il Pianeta e scongiurarne la fame